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CARNEVALE
Periodo festivo che si colloca, nel calendario liturgico cattolico, tra l'Epifania e la quaresima. Le sue radici affondano nelle feste pagane, tra le quali le più recenti erano quella ateniese delle antesterie, d'impronta dionisiaca, quella ellenistica della processione del carro-nave di Iside, che mirava alla purificazione e all'accrescimento della fecondità della terra, e soprattutto quella dei saturnali latini, nella quale si interrompeva perfino il rapporto padrone-servitore e, più in generale, veniva sospesa ogni norma sociale. Il personaggio burlesco che con la fine del carnevale si mette pubblicamente a morte dopo un breve periodo di dissipatezze e di piaceri è il discendente dell'antico re dei saturnali. Nel Medioevo il carnevale assunse il carattere di una prolungata festa caratterizzata dal godimento accentuato o addirittura sregolato dei beni materiali, dal capovolgimento dei rapporti gerarchici e, più in generale, dalla temporanea sospensione delle norme costituite della società. Tipico del carnevale è l'uso di maschere, spesso di origine demoniaca: la maschera nera sul volto di Arlecchino, il volto bipartito bianco e nero e il camice bianco di Pulcinella, la maschera nera, il corpetto rosso, i campanacci sul dorso dei mamutones sardi ecc. In ciò sembrano prevalere le componenti infere degli antichi rituali agrari, che riconoscevano nel rapporto con il mondo dei morti la garanzia del rinnovamento della fecondità e delle forze vitali. Lo schema più frequente delle manifestazioni carnevalesche è quello del processo, condanna, testamento, morte e funerale di un personaggio, visto come la personificazione stessa del carnevale: un uomo in carne e ossa o un fantoccio. Le varie fasi dell'azione drammatica, divenute parodie dei procedimenti giudiziari, del testamento, dei funerali, diedero origine a forme di letteratura e soprattutto di teatro popolare.

M. Innocenti
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